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Dall’isola di Sant’Antioco ricchissima di insediamenti, al monte Sirai, alla zona archeologica di Montessu. La scelta di localizzare il parco tematico accanto ad un importante sito archeologico al fine di creare un ulteriore esempio di autogestione da parte di cooperative di giovani, privati ed associazioni finalizzate al recupero ed al rilancio di una ricchezza archeologica ed ambientale. E’ intenzione dei proponenti fare richiesta affinché il progetto venga inserito nell’elenco delle opere finanziabili con il POR 2000-2006

La situazione di abbandono e l’alternativa dell’occupazione
V
i sono aree di particolare interesse che per fortuna sono rimaste fuori dalla corsa indiscriminata all’urbanizzazione dell’immediato dopoguerra, sono state dimenticate perché anti-economiche difficili da raggiungere. Abbandonate e se stesse perché altre zone erano investimenti più appetibili ed immediati. Se da una parte c’è stato lo scempio, dall’altra, l’abbandono ha creato spesso la perdita di piccoli e grandi tesori che molte nazioni ci invidiano e fra questi monumenti in particolare i nuraghe. Quante volte occasionalmente ci si imbatte in nuraghe diroccati circondati da rifiuti, scavati da improvvisati cercatori di tesori, feriti da atti vandalici e in zone spesso preda di incendi. D’altro canto su queste aree spesso insistono vincoli paesaggistici che spaventano qualunque tentativo di intervento.

Le istituzioni si concentrano nel finanziare interventi per monumenti di serie “A” permettendosi di lasciare al degrado una quantità enorme di bellezze nascoste, un patrimonio che produrrebbe turismo, occupazione e limiterebbe i danni del degrado ambientale e meteorologico.
L’adozione di un monumento è stato un fenomeno molto limitato di intervento da parte di aziende private per il mantenimento e restauro di monumenti storici.

Questo progetto prevede di coinvolgere imprenditori privati in iniziative di gestione di luoghi di interesse storico-ambientale abbinati al turismo.
Il turismo è la nostra materia prima e sviluppare queste iniziative  apporterebbe nuovi capitali (oltre a quelli pubblici) per il recupero di intere aree abbandonate frenando altresì il dissesto idro-geologico, altro punto dolente, delle aree completamente abbandonate.

 

Luogo di storia e di grandi civiltà (da quella nuragica a quella etrusca), punto di incontro di culture (dalla Fenicia alla Punica, da quella Greca alla Romana, dalla dominazione araba a quella spagnola). Territorio contrassegnato da continue vicissitudini (grandi lotte per il territorio sino agli insediamenti dell’ultimo conflitto) il Sulcis è da sempre uno dei luoghi più importanti ed affascinanti del mediterraneo. Tutta la zona racchiude bellezze naturali, località e monumenti sconosciuti al grande pubblico. Il Golfo di Palmas ha assistito alla nascita, allo sviluppo e al tramonto delle più grandi civiltà della storia. Sulle sue sponde Sulcis ha visto nascere e sviluppare le tecniche per la lavorazione dei metalli che hanno contribuito allo sviluppo di intere civiltà. Basterebbe questo per considerare questa area come una delle più affascinanti del mediterraneo. In particolare la zona di “gruttiacque”, sull’isola di Sant’Antioco non ha cambiato molto dal suo aspetto originario. L’area da secoli è stata vissuta da piccoli insediamenti agricoli e pastorali che hanno strappato alla macchia  vaste zone di seminativo. Anche qui negli ultimi decenni si è assistito al lento abbandono del territorio da parte degli agricoltori e dei pastori  impossibilitati a sostenere i costi di produzione in simili condizioni territoriali. Particolare attenzione è stata posta nello studio della conformazione del territorio, infatti, si è notato che l'area presenta una pendenza a mare  molto accentuata e necessita di immediate opere di consolidamento. Sono presenti, infatti, anche molti fabbricati in dissesto (tra i quali insediamenti archeologici) per la lenta erosione delle acque.

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